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Andrea Monarda – chitarra
La chitarra è, come il calcio e il caffè, un elemento legato all’immaginario collettivo che si ha del Brasile. Senza questo strumento l’identità musicale sarebbe incompleta. Il percorso del suo apporto alla cultura musicale brasiliana è stato altalenante: le grandi differenze di classe del periodo coloniale l’avevano dequalificata come strumento del popolino ignorante e non educato in contrapposizione al pianoforte, invece, portatore dell’ideale della borghesia più ricca. La chitarra in Brasile, aveva un repertorio popolare che si suonava ad orecchio, non richiedeva capacità di lettura. Con l’inizio del ‘900 lo scenario però cambiò: anche se la stampa nazionale continuava a denigrare lo strumento, si comincia a tenere timidamente i primi concerti solistici e nel 1916, con l’esibizione di Canhoto (brasiliano figlio di italiani), la chitarra conquistò la stampa e l’élite brasiliana. Iniziò una nuova era per la chitarra tanto che diversi liutai italiani si trasferirono nel nuovo mondo, dove la loro attività artigianale prese una connotazione industriale grazie alle grandi opportunità di mercato che il Brasile offriva. L’eredità di Villa-Lobos gravava sui compositori successivi: i suoi Preludios e i suoi Estudos erano le opere più popolari per chitarra. È importante sottolineare che il simbolo nazionale è nato in una costruzione identitaria, in cui si fondono vari elementi. Questa commistione culturale era presente nelle composizioni di Radamés Gnattali (1906 –1988), il quale ha utilizzato elementi di musica popolare nelle cosiddette composizioni erudite, rendendo difficile rintracciare la linea che separa tali stili.
[…] Considerato “nazionalista” dagli accademici ed “erudito” dai rappresentanti della musica popolare, Francisco Mignone (1897-1986), anche lui figlio di italiani emigrati è stato un compositore, pianista e direttore d’orchestra brasiliano. Prima di venir considerato quale “serio compositore” ha avuto successo nel genere popolare. Adottando lo pseudonimo di Chico Bororó, compose molte valsas e maxixe: la loro influenza popolare si ritrova in tutta la sua produzione musicale posteriore. L’immenso lavoro per chitarra di Mignone comprende due grandi cicli, gli Estudos e le Valsas, caratterizzati dall’eccezionale brillantezza tecnica e dalla versatilità non comune degli stili, da quello popolare alla composizione seriale. Il ciclo di Doze Estudos per chitarra, scritto tra l’agosto e il settembre del 1970, era stato commissionato e pubblicato da Antonio Carlos Barbosa Lima. L’amicizia con questo grande chitarrista costituì l’impulso necessario per l’interesse di Mignone verso la chitarra ed è stata fondamentale per alcune correzioni della scrittura musicale degli studi.
Dalle note di copertina di Miriam Baumann De Pasquale
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